Le associazioni del territorio possono chiedere al dipartimento di tutela comunale di procedere all’affidamento di spazi verdi, che poi le realtà locali provvedono ad assegnare ai propri soci. Con questa modalità operativa il numero degli orti urbani a Roma è decuplicato ed oggi supera ampliamente le cento realtà. Ciascuna delle quali, a sua volta, coinvolge decine di persone. Creando un circolo virtuoso di cui traggono benefici interi quartieri e municipi. “Gli orti urbani, che contano a Roma circa 150 realtà, costituiscono un’opportunità per l’incremento di valori sociali, culturali e ambientali nei territori coinvolti – ha ricordato recentemente l’assessorato capitolino all’ambiente -. Le sperimentazioni mirate di orti terapeutici, didattici, interculturali richiamano l’attenzione su una funzione generale che in realtà accomuna tutti questi spazi: quella di integrazione sociale. In sintesi, nell’identità dell’agricoltura urbana troviamo l’elemento di integrazione sociale e l’elemento di gestione partecipata. Inoltre, in molti casi, grazie agli orti urbani vengono sottratte al degrado aree abbandonate”.
Tra le recenti convenzioni assegnate, quella accordata ad “Insieme per l’Aniene APS”, attiva dal 2011” assegna un’area di circa 2.700 mq nella riserva naturale Valle dell’Aniene nel Municipio IV dove verrà realizzato il progetto “Il Coltivaorto: coltivo il mio orto in un Parco in città”. La seconda convenzione, sottoscritta un paio di mesi fa con l’Associazione “Orti Urbani Garbatella ONLUS”, assegna un’area di circa 3230 mq in Via Rosa Raimondi Garibaldi. Si trova all’interno del parco della Garbatella, nel municipio VIII, ed è molto frequentata dai bambini del territorio. D’altra parte l’associazione, nata nel 2009 ha svolto una notevole attività didattica con le scuole, di volontariato ambientale, di sensibilizzazione contro lo spreco alimentare, di progetti per la fruizione degli orti da parte di non vedenti e disabili. Tra gli obiettivi dichiarati delle convenzioni, la promozione della tutela ambientale con il coinvolgimento delle realtà associative del territorio, la coltivazione di piante da frutto, ortaggi, erbe aromatiche senza fini di lucro e per il consumo dei membri delle associazioni e delle famiglie del quartiere.
E’ vietato l’uso di pesticidi, concimi chimici e di sementi OGM e promosso l’utilizzo di prodotti e tecniche per la coltivazione biologica. E’ inoltre previsto, in base al regolamento sugli orti urbani, che nelle aree date in gestione si faccia la raccolta differenziata dei rifiuti ed il compostaggio delle frazioni organiche. “Come amministrazione, stiamo procedendo a un censimento delle terre pubbliche per costruire un bando per la loro assegnazione – ha annunciato a fine ottobre l’assessora all’ambiente, Sabrina Alfonsi -, perché crediamo che oltre a un possibile settore di sviluppo economico e lavorativo sia portatore di un modello si vivere insieme che rimetta al centro le persone e le relazioni umane” .