I giardini terapeutici sono spazi progettati per promuovere il benessere fisico, psicologico e sociale delle persone, specialmente all’interno di strutture ospedaliere, comunità o contesti privati. Il loro scopo principale è stimolare un processo curativo, favorendo il recupero e il miglioramento della salute attraverso la connessione con la natura. La progettazione di questi giardini integra concetti di medicina, psicologia, agronomia e architettura, con l’obiettivo di restituire ai pazienti non solo un miglioramento fisico, ma anche un equilibrio mentale e un senso di comunità.
La mancanza di connessione con la natura nella società contemporanea, caratterizzata da crescenti disagi sociali, politici e ambientali, ha un impatto significativo sulla salute mentale e fisica degli individui. Marcella Danon, nel libro Ecopsicologia, sottolinea come questa disconnessione possa portare a crisi esistenziali, danni cognitivi e malessere psichico. L’approccio ecopsicologico suggerisce che, per contrastare questi effetti, è fondamentale educare alla consapevolezza ambientale, promuovendo la connessione tra uomo e natura, un aspetto che trova piena applicazione nei giardini terapeutici. Infatti, il contatto diretto con l’ambiente naturale stimola il recupero emozionale, favorisce la socializzazione e promuove una qualità della vita superiore.
Elizabeth Nisbet ha dimostrato attraverso la scala “Nature Relatedness” che le persone che si sentono connesse con la natura tendono ad essere più socievoli ed estroverse. L’esperienza diretta con la natura, misurata in termini di affetto, cognizione e interazione con l’ambiente naturale, migliora il benessere psicologico e stimola comportamenti positivi. La percezione di appartenere al mondo naturale diventa una risorsa vitale per la cura e la prevenzione di patologie legate allo stress e ad altre problematiche psichiche.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) definisce la salute come “lo stato di completo benessere fisico, mentale e sociale e non soltanto l’assenza di malattia o infermità” e afferma che il benessere complessivo degli individui è fortemente influenzato dal contesto ambientale in cui vivono. L’OMS sottolinea l’importanza di promuovere la salute attraverso l’accesso a ambienti naturali e sani, e l’integrazione di pratiche che favoriscano l’interazione con la natura può essere un potente strumento per il miglioramento del benessere psicofisico. In questa visione, i giardini terapeutici e l’orticoltura rispondono pienamente a questa necessità, diventando luoghi privilegiati per la promozione della salute.
L’orticoltura, come pratica che coinvolge la coltivazione di piante, non è solo un’attività agronomica, ma possiede anche una dimensione sociale e terapeutica. Diana Relf, nel suo testo Human Issues in Horticulture, ha esplorato il concetto di orticoltura, sottolineando che la “cultura” delle piante è anche la cultura delle persone che interagiscono con esse. Il giardino, quindi, diventa un contesto che non solo favorisce lo sviluppo di abilità pratiche, ma anche il miglioramento dello stato mentale e delle capacità cognitive.
Nel contesto terapeutico, l’orticoltura aiuta a migliorare il benessere psicologico, promuovendo una connessione più profonda con la natura e stimolando il recupero della fiducia in sé stessi. L’attività di giardinaggio, il contatto con la terra e la cura delle piante diventano modalità di espressione e di elaborazione emotiva, contribuendo al trattamento di disturbi psichici come l’ansia, la depressione e lo stress post-traumatico.
Gli orti terapeutici, che fanno parte della vasta famiglia degli orti urbani e didattici, sono sempre più diffusi in contesti riabilitativi e psicologici. Essi si differenziano in varie forme: orti urbani, orti didattici nelle scuole, orti sociali e orti terapeutici. In particolare, questi ultimi sono utilizzati per il recupero del benessere fisico e mentale, creando spazi di integrazione sociale e di recupero psico-fisico per persone con disabilità, anziani o pazienti psichiatrici.
L’orto terapeutico è progettato per offrire benefici in molteplici ambiti: psicologico, fisico e sociale. Infatti, l’attività di giardinaggio aiuta a ridurre lo stress, migliorare l’umore, stimolare la memoria e favorire la concentrazione. Inoltre, consente un miglioramento della salute cardiovascolare e del sistema immunitario grazie alla stimolazione fisica che accompagna le attività di cura e manutenzione delle piante. Il giardinaggio, quindi, non è solo una pratica rilassante, ma anche un’attività che stimola la cooperazione, l’inclusione e il senso di comunità.
L’ortoterapia ha radici storiche che risalgono all’Antico Egitto, dove i giardini venivano utilizzati come spazi di cura per i pazienti con disturbi mentali. Benjamin Rush, nel XIX secolo, dimostrò scientificamente come l’attività manuale nel giardinaggio migliorasse la condizione dei pazienti psichiatrici. L’ortoterapia è oggi un metodo riconosciuto e utilizzato, soprattutto in ambito psichiatrico e riabilitativo, che si basa sull’utilizzo della terra e delle piante per favorire il benessere psicofisico degli individui.
I benefici dell’ortoterapia sono molteplici:
- Psicologico: aiuta a ridurre lo stress, migliorare l’umore, stimolare la memoria e aumentare la concentrazione.
- Fisico: promuove il movimento fisico, migliora la salute cardiovascolare e rinforza il sistema immunitario.
- Sociale: favorisce la socializzazione, l’inclusione, il lavoro di gruppo e la collaborazione.
In Italia, l’ortoterapia è principalmente utilizzata nelle strutture psichiatriche, sostenuta da cooperative sociali e realtà terapeutiche, ma il suo utilizzo sta gradualmente aumentando anche in altri contesti riabilitativi. Questo approccio è fondato su un modello bio-psicosociale che considera la salute come un concetto multidimensionale, dove il benessere fisico e psicologico sono strettamente legati alla dimensione sociale e ambientale.
In conclusione, i giardini terapeutici e l’orticoltura non sono solo spazi di bellezza, ma diventano strumenti vitali per il miglioramento del benessere fisico, mentale e sociale degli individui. La connessione con la natura, promossa attraverso attività come il giardinaggio e l’ortoterapia, rappresenta una risorsa terapeutica fondamentale. L’integrazione di queste pratiche nella vita quotidiana e nei contesti riabilitativi non solo migliora la qualità della vita, ma aiuta anche a sensibilizzare la società verso la sostenibilità e il rispetto per l’ambiente. Il giardino terapeutico e l’orticoltura, quindi, non sono solo spazi per il recupero della salute, ma anche luoghi di educazione e promozione di un benessere globale.
Dafna Terracina
Bibliografia
Danon, M. Ecopsicologia. Urra, 2010.
Nisbet, E., Zelenski, J., and Murphy, S. The nature relatedness scale: Linking individuals’ connection with nature to environmental concern and behavior. Environment and Behavior 41, 5 (2009), 715–740.
Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), Definizione di salute (1946). https://www.who.int/about/governance/constitution
Relf, D., Human Issues in Horticulture, 1992.
Rush, B. Medical Inquiries and Observations Upon the Diseases of the Mind: History of Psychology and Psychiatry. Pantianos Classics, 1830.
Ho già letto il precedente articolo e devo dire che sono rimasto colpito dalla profondità con cui hai esplorato l’importanza dei giardini terapeutici e dell’ortoterapia. Questo approccio multidisciplinare è davvero affascinante e offre una visione innovativa sulla salute. Non vedo l’ora di leggere il terzo articolo per continuare a scoprire nuovi approfondimenti su questo tema!
Davvero molto interessante e utile, un’ottima analisi! Complimenti
Un articolo molto interessante che mette in luce l’importanza dei giardini terapeutici per il benessere psicofisico delle persone. Il concetto di ortoterapia è davvero affascinante, poiché dimostra come il contatto con la natura e le attività di giardinaggio possano avere un impatto positivo sullo stato mentale e sociale degli individui. Sarebbe interessante approfondire ulteriormente come questi spazi possano essere integrati anche nelle comunità urbane per favorire l’inclusione e migliorare la qualità della vita a livello collettivo. Spero di leggere altri articoli su questo tema!
Com’è il primo articolo anche questo descrivo un approccio molto interessante e innovativo nonostante sia una pratica antica fin dai tempi degli Egizi come giustamente citato da Dafna Terracina. Ho sperimentato e sperimento tutt’ora quanto giovamento si può avere dal contatto con la natura che comprende i silenzi gli odori i rumori a cui non siamo più quotidianamente abituati e che mi riconciliano con me stessa e con il mondo che affronto ogni giorno. Grazie Dafna spero il lavoro possa proseguire così che molti potranno giovarne. E aspetto il prossimo articolo!!!
Trovo molto interessante il riconoscimento del ruolo terapeutico ai giardini e agli orti urbani, per la promozione del benessere psicofisico dell’individuo. Mi sembra di cogliere tra le righe che oltre a benefici mentali e sociali, è una buona terapia occupazionale per persone di ogni età o con bisogni speciali. È un’ottima strutturazione questa analisi che testimonia come una risorsa, se non sottovalutata, può offrire un’ alternativa per coltivare benEssere. Si può dedurre, da quanto scritto, che l’orticoltura, offre anche un esperienza multisensoriale utile alla costruzione della psiche e del tempo che cresce e cambia l’individuo. Grazie per questo contributo molto centrato e praticabile.